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TE LO DO IO IL MOVIMENTO: GLI IMBROGLI A 5 STELLE

"Onestà - onestà -onestà": tutti gli inganni del Movimento 5 Stelle perpetrati in nome dell'onestà. 

 

Poiché i grillini non sanno e non capiscono o, molto verosimilmente, fanno finta di non sapere e non capire, rinfresco loro un po’ la memoria. Hai visto mai che rinsaviscono? Ma prima faccio una doverosa premessa, così a scanso di equivoci: non sono del PD, non appartengo a nessun partito e, visto la scelta che ci propongono, non credo che il 4 marzo andrò a votare. Se dovessi decidere (perché appartengo alla cultura del diritto/dovere del voto) farò una scelta di persona, di coerenza e di storia e voterò #EmmaBonino. Ma ancora non ne sono certa. Così evitate di dire che sto perorando la causa di qualcuno. Il mio essere fuori dai giochi, credo che mi ponga in una posizione di assoluta obiettività. Spero di essere stata chiara (per quanti sanno e vogliono intendere). 

 

Le amministrazioni guidate dai grillini sono finite quasi tutte nei guai. Spero che qualcuno ricordi almeno i casi più eclatanti: Livorno, Parma, Torino e Roma. 

 

LIVORNO

A Livorno il sindaco pentastellato Filippo Nogarin riceve nel mese di aprile 2016 un avviso di garanzia per concorso in bancarotta fraudolenta, uno per abuso d’ufficio e un altro per falso in bilancio. Non solo ma la procura indaga anche sulla revoca del CDA di Aamps (nominato da Nogarin alcuni mesi prima) con modalità ritenute non regolari e l’approvazione del bilancio 2014 dell’azienda avvenuta nel novembre 2015 contro il parere del collegio dei sindaci revisori. Come se non bastasse il sindaco 5Stelle di Livorno, all’inizio del 2018 viene indagato anche per omicidio colposo plurimo a seguito dell’alluvione del 10 settembre 2017 nel quale persero la vita otto persone. 

PARMA

Federico Pizzarotti, primo grillino a guidare una città importante e a diventare il simbolo della nuova politica della “onestà-onestà-onestà”, riceve a sua volta una comunicazione giudiziaria per un presunto abuso d’ufficio legato alle nomine del Teatro Regio di Parma. A dare uno scossone alla politica pentastellata territoriale non ci sono solo le difficoltà giudiziarie, che mettono in imbarazzo i grillini davanti al loro regolamento che prevede l’equazione “avviso di garanzia uguale dimissioni”, ma anche problemi politici.  Anche il grillino Pizzarotti, all’inizio di quest’anno ha ricevuto l’avviso di fine indagine per l’inchiesta sull'alluvione del torrente Baganza del 2014, per il quale è indagato per disastro colposo in concorso con altre cinque persone. 

TORINO

Il Sindaco del #Movimento5Stelle e l'assessore al Bilancio di Torino finiscono sotto indagine per il debito di 5 milioni di euro riguardante la vicenda ex Westinghouse. Falso ideologico in atto pubblico. È questa l’accusa con cui la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati la sindaca del capoluogo piemontese #ChiaraAppendino, il suo capo di Gabinetto Paolo Giordana e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando. La vicenda nel mese di gennaio 2018 ha causato la dimissione in massa dei revisori dei conti entrati in rotta di collisione con l’amministrazione Cinque Stelle perché si sono rifiutati di scrivere nel bilancio i 5 milioni di debito con Fondazione Crt sottolineando che il Comune e l’amministrazione Cinque Stelle non li avevano messi a parte dei documenti.

Non manca anche per l’Appendino anche l’accusa di omicidio colposo la tragica serata del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo a Torino, costata il ferimento di oltre 1500 persone e la morte della 38enne Erika Pioletti. Il procuratore capo, Armando Spataro ha evidenziato come agli indagati “in ragione delle loro diversificate competenze” siano contestati i reati di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro colposo. Le accuse tengono conto anche dell’articolo 40 del codice penale: non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.

ROMA

Per #VirginaRaggi l’elenco è davvero lungo. Si citano i più eclatanti: 

• Settembre 2017 - La procura di Roma chiede il rinvio a giudizio del sindaco #M5S Virginia Raggi per l’accusa di falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “pacchetto nomine” e in particolare per la nomina alla direzione del Turismo in Campidoglio di Raffaele Marra.

• L’ACEA, l’ex municipalizza di Roma diventa il “poltronificio” della Raggi. La società quotata in borsa della quale il Comune ha il 51 per cento (Gaz de France il 23, Caltagirone il 5 e via dettagliando) in una specie di feudo esclusivo, ancorché occupato tutt’altro che da neofiti del potere. Alcuni nomi eccellenti tutti di provata fede grillina: Luca Lanzalone, Stefano Donnarumma, Massimiliano Paolucci (ex relazioni esterne a Condotte spa, prima ancora Telecom e Aeroporti di Roma dove ha conosciuto Donnarumma),  personaggio legato a Fabrizio Palenzona, che è riuscito a riassumere in sé le deleghe alle relazioni esterne e quelle agli affari istituzionali, prima separate: non è un caso che nei corridoi di Acea si usi ormai soprannominare l’intera azienda “Paolucci spa” a significare la carta bianca di cui dispone. E poi Giuseppe Gola, ex Enel, Wind e altre di telecomunicazioni, che è arrivato dopo l’estate alla guida di Amministrazione, Finanza e controllo, previa defenestrazione del predecessore dopo soli 18 mesi; il Ceo Office Massimiliano Garri, ex Bip e Deloitte consulting; Michele Grassi, che viene da Enel e adesso è responsabile Commerciale e trading AceaEnergia; quello che è il vero nuovo capo delle risorse umane, Pierluigi Palmigiani, per far posto al quale è stato gentilmente messo da parte il predecessore, peraltro fratello del medico personale di Berlusconi (non siamo a un pranzo di gala).

• Rifiuti: nell’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti e quindi sull'attività svolta dall'assessore all'Ambiente di Roma Capitale, Paola Muraro, è finita anche il sindaco Virginia Raggi. Al vaglio degli inquirenti finiscono anche le nomine sulla gestione rifiuti, insieme a documenti personali e relazioni pubbliche per individuare eventuali abusi d'ufficio. In particolare, nel mirino degli investigatori ci sarebbero alcuni verbali segreti che, secondo gli interrogati, sarebbero stati trasmessi «in tempo reale» a persone vicine a Cerroni nell’Ama "in modo da favorire le aziende" del patron delle discariche. Sul fronte delle nomine, invece, si indaga sul trasferimento di Marra a responsabile del Personale al posto di Laura Benente. 

CIVITAVECCHIA

Il sindaco Antonio Cozzolino, mesi fa, ha aumentato le tasse portando Irpef e Imu ai massimi livelli. E inoltre aveva fatto richiesta di sospensione di tutti gli esponenti dell'opposizione, dopo che questi avevano presentato una diffida contro di lui in merito a una gara d’appalto.

COMACCHIO

Il sindaco Marco Fabbri è stato cacciato per essersi candidato alla Provincia. A seguire è scoppiato il caso Gela, con l’espulsione del sindaco Domenico Messinese per non essersi tagliato lo stipendio e aver avallato il protocollo d’intesa con l’Eni. 

QUARTO

Il primo cittadino Rosa Capuozzo, prima difesa a spada tratta dal Direttorio e da Beppe Grillo e poi scaricata. Nel piccolo Comune campano tutto iniziò con un ex consigliere grillino, colui che ottenne più preferenze, indagato per voto di scambio e tentata estorsione nei confronti del sindaco, ricattata per un abuso edilizio. Insomma, tra un tira e molla, Capuozzo finisce davanti alla commissione Antimafia. Prima i vertici le chiedono di dimettersi ma lei si rifiuta, poi la cacciano per non aver rispettato l’ordine e non aver denunciato per tempo le minacce che stava subendo.

POMEZIA

Il sindaco M5S Fabio Fucci ha prorogato l'appalto per la gestione dei rifiuti e la pulizia urbana tra il Comune e il Consorzio nazionale servizi e la sua affiliata “Formula ambiente”. Formula ambiente è una società “partecipata” della Coop 29 giugno di Salvatore Buzzi, prima per il 49 per cento, poi per il 29 per cento. E nel suo consiglio di amministrazione sedeva Alessandra Garrone, compagna di Buzzi. Il quale era nel consiglio di sorveglianza del Consorzio nazionale servizi. Un ruolo cruciale nel sistema di Mafia Capitale, come si legge nelle carte dell'inchiesta. Fucci allora si difese dicendo che “la cooperativa legata a Buzzi è stata estromessa dal consorzio Formula Ambiente”. 

 

SICILIA

I 5 Stelle in questa Regione hanno fatto il boom alle elezioni politiche, hanno vinto in tre Comuni e sognano di conquistare la Regione. 

Ragusa

La prima città conquistata dal Movimento nell’isola. Il sindaco Federico Piccitto e la sua Giunta decidono allegramente di farsi riconoscere un ritocco dello stipendio sotto forma di adeguamento Istat. Ovviamente sono scoppiate forti polemiche con gli attivisti locali che hanno chiesto ai vertici del Movimento di sospendere il sindaco. Non solo, in quasi tre anni di amministrazione, tre consiglieri hanno lasciato la maggioranza e due assessori si sono dimessi. L'assessore alla Cultura Stefania Campo ha lasciato l’incarico dopo essere stata accusata dalle opposizioni di avere favorito il marito, assunto da una ditta appaltatrice di un servizio in convenzione con il Comune. Lei si è difesa dicendo che era “tutto falso” e che le accuse erano “strumentali” poiché il marito lavorava già nella società che svolgeva il servizio e il bando prevedeva la riassunzione del personale. Sta di fatto che ha lasciato l’assessorato e ci sono voluti mesi per sostituirla. Anche Salvatore Martorana, con delegata al Bilancio, si è dimesso dopo che il gruppo consiliare a cui lui faceva ha scaricato il sindaco. 

Bagheria 

Sindaco e assessore chiudono un occhio sull’abusivismo, il servizio è stato ripreso e mandato in onda dalle Iene.

 

SARDEGNA

Porto Torres

La capogruppo è stata espulsa perché fidanzata con un giornalista nemico: “Volevano che lasciassi il mio compagno”, ha detto Paola Conticelli. Ma anche il sindaco Sean Christian Wheeler, detto "l'americano", è finito al centro di una interrogazione parlamentare per aver dato il via libera a delle esercitazioni militari nell'area industriale Synfial. In campagna elettorale aveva promesso il risanamento di una delle aree più inquinate della Sardegna. 

Assemini

A giugno 2016  Mario Puddu, sindaco a Cinque stelle del comune cagliaritano di Assemini, è stato iscritto nel registro degli indagati per abuso d'ufficio.

 

LE BUGIE A 5 STELLE

Nel “Comunicato politico numero quarantacinque”  letto sul #BlogdiGrillo, quando ancora i 5 Stelle vivevano di radiosi ideali, il comico #BeppeGrillo scrisse la regola sui soldi nel Movimento: “Ogni eletto percepirà un massimo di tremila euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio”. Fine. Da un’analisi delle spese dei leader del Movimento - #LuigiDiMaio e #AlessandroDiBattista - resa possibile grazie al fatto che loro stessi pubblicano le loro note sul sito tirendiconto.it, possiamo affermare che invece, tra indennità e rimborsi, le due star percepiscono una media superiore ai diecimila euro al mese. In alcuni casi, viaggiano sui 12mila, o 13mila. 

Di Maio dice di restituire la metà dello stipendio: Non è vero. A maggio 2017, ultimo mese che si è potuto verificare, ha restituito 1686 euro di quota fissa di indennità, su 4945 (intascandone dunque 3259: assai più della metà, i due terzi). Ma è sui rimborsi il capitolo più incongruente con le promesse: Di Maio spende 6732 euro restituendone appena 460. Ha dunque incassato e speso un totale di 9991 euro. Ad aprile ha restituito (tra parte fissa di indennità e rimborsi) 1843 euro in tutto, percependo e spendendone invece 13196.

Di Maio: “Sono stato tutta la sera al telefono con le ambasciate degli altri Stati europei, soprattutto la Francia, per chiedere l’invio dei loro Canadair”. Questo ha detto l’“onesto” Luigino quando ci fu il devastante incendio del Vesuvio. Peccato che solo tre ore dopo la sua dichiarazione, squilla il telefono: è un funzionario dell’Ambasciata francese che con un italiano raffazzonato dice: “Non vogliamo entrare nelle vicende politiche italiane, ci preme però smentire assolutamente di essere stati contattati da Di Maio. Non ha mai chiamato, né mandato messaggi. La richiesta dei Canadair è arrivata dalla Protezione Civile e a loro la abbiamo accordata”.

Di Maio: “Abolire le pensioni d’oro che ci costano 12 miliardi”, una cifra così assurda difficile da credere anche per il militante pentastellato più convinto. Così si sono andati a rifare i conti che, come spesso accade con il Movimento 5 Stelle non tornano. Se, si prendono coloro che ricevono un assegno superiore ai 5.000 euro il costo è di 1,8 miliardi di euro, meno del 10% di quanto afferma Di Maio, mentre se si abbassa l’asticella e si aboliscono le pensioni di chi prende più di 3.000 euro al mese il costo è di 9,6 miliardi. Per raggiungere la cifra indicata da Luigino si dovrebbero tagliare le pensioni da 2500/2600 euro in su. E anche così fosse non si arriverebbe a quella cifra, almeno che non si vogliano portare a zero quelle pensioni. Poi c’è da porsi un’ulteriore domanda: una pensione di 2500 può considerarsi d’oro?

Ma perché Luigi Di Maio dà questi numeri al lotto? Per due motivi: il primo è che il tagliare le pensioni d’oro è un argomento che fa presa, il secondo è che non sa nulla. Spara a zero nel mucchio, tanto qualcuno che si beve le sue bufale lo trova sempre. 

 

LA RIMBORSOPOLI GRILLINA

Un gioco da bambini per i furbetti di turno Cecconi e Martelli. La tecnica usata dai due parlamentari era molto semplice: facevano un bonifico al fondo e caricavano una copia della presa in carico dell’operazione sul sito tirendiconto.it, usato da tutti i parlamentari del Movimento per mostrare la regolarità dei loro trasferimenti. Poi, durante le 24 ore successive, revocavano il bonifico, conservando così i soldi ma apparendo del tutto in regola con le restituzioni. Ma la più bella di tutte, ci arriva da Giulia Sarti,  deputata M5S uscente (e ricandidata) alla Camera: il mio ex fidanzato ha rubato i 23 mila euro che dovevo versare al fondo destinato al Microcredito. E così in un colpo solo si tiene il malloppo e si libera del fidanzato, tale Bogdan Andrea Tibusche. E chi è direte voi?  Si tratta di  Andrea De Girolamo, gestore di “Social Tv”, la web-tv di propaganda grillina che raccoglie donazioni per mantenersi “libera e indipendente”. Capito che giretto? 

Ma a quanto pare non sono solo loro a non restituire il “malloppo”. Per ammissione dello stesso Di Maio sarebbero almeno 8 i grilletti che non ci pensavano nemmeno a rimborsare quanto “duramente” guadagnato (fanno tanta fatica a girovagare su internet!).  Ma se sono solo 8, come mai il buco dei rimborsi si allarga sempre di più?

Ma non sono solo questi i “furti” dei grilletti. Vogliamo parlare di quanto spendono in hotel, trasferte, ticket, affitti, pranzi, consulenze e prebende varie? Parliamone.

 

GLI SPRECHI A 5 STELLE

Da aprile 2013 a gennaio 2017, i parlamentari del M5s hanno speso solo per mangiare 3,2 milioni di euro. Una cifra fantasmagorica. I più affamati? Eccoli:

  • Mattia Fantinati: 46.391,65
  • Silvia Chimenti: 41.649,26
  • Danilo Toninelli: 40.659,80.

Affitti - Il sito quantospendi.it mette a verbale che i parlamentari grillini hanno speso in canoni mensili 5,5 milioni di euro in tre anni. Ma la somma è a geometria variabile. Ad esempio, la deputata uscente Marta Grande certifica da aprile 2013 a gennaio 2017 spese d'affitto per 108mila euro. Un lusso, dato che vive a Civitavecchia: a un'ora di treno da Roma. Nicola Bianchi spende in fitto 73,601.14, Barbara Lezzi quasi 67mila euro e Nicola Morra ben 61mila. E Luigi Di Maio? Solo 16mila euro in fitto ma si rifà nella classifica delle missioni non ufficiali: 42mila euro in tre anni. E quella della cancelleria: 7mila e 500 euro in penne e matite.

Consulenze - Passiamo alle consulenze spese complessive per quasi 2,5 milioni di euro fino a gennaio 2017. Nelle Hit spiccano i 136mila euro di Lello Ciampolillo, lo stesso che fino a ottobre 2017 ha speso anche 90mila euro in hotel e 70mila euro di trasporti, di cui quasi 30mila in taxi. Di Battista in consulenze ha speso 56 mila euro, di cui 40mila in avvocati.

Spese sanitarie - Nelle spese sanitarie le cose non vanno meglio. Solo nel 2017 il deputato grillino Riccardo Fraccaro cantò vittoria perché l'assistenza sanitaria non sarebbe più stata a carico dei contribuenti. Ma il mese precedente il collega Danilo Toninelli aveva fatto in tempo a farsi restituire 5.480 euro di assicurazione sanitaria integrativa, proprio mentre il più morigerato Di Battista ne chiedeva indietro soltanto 90. 

Trasporti - Le spese per i trasporti ammontano a un totale di 1 milione e 633mila euro. Federico D'Incà, ricandidato dal M5s, ha speso in mobilità 39.772 euro, di cui 32mila per rimborsi chilometrici. 

Il piatto dei rimborsi previsti per la diaria è d'altra parte succulento. Sul tavolo ci sono 3.500 euro per affitti e pasti. E altri 3.700 euro per il mandato, che vanno rendicontati soltanto per il 50 per cento: l'altra metà la Camera li paga a forfait, senza ricevuta. In totale 9mila euro tutti da spendere.

 

I CAVALLI DI BATTAGLIA FARLOCCHI DEI GRILLINI

Alla luce di quanto detto, si capisce bene che i cavalli di battaglia di questo movimento sono invenzioni a uso e consumo di chi non ha voglia di informarsi o di sapere. Di chi sbraita contro tutto e tutti ma non capisce nulla, infatti non ha proposte concrete o serie se non proclami che cambiano come il vento. Un giorno fuori dall’Europa, un giorno dentro. Un giorno con gli immigrati, l’altro contro. Qualcuno dice che non capisce la linea dei grillini: non si può capire perché questi navigano a vista. Dovrebbero prima capirne di politica per costruire una linea credibile. E così la tanto sbandierata “onestà” dei pentastellati non è altro che una colossale bufala. Non perché tutti i grillini siano disonesti, ma perché lo sono come in tutti gli altri partiti, anzi se andiamo a vedere le percentuali rispetto ai comuni governati (a livello nazionale non sono ancora mai stati al governo) risultano essere quasi una organizzazione a delinquere con un tasso altissimo di inquisiti, non tutti ancora arrestati perché in Italia i processi sono lunghissimi e i grillini ci sono invece da poco.

Basti pensare che i grillini governano all’incirca su una ventina di città rispetto agli oltre 8000 comuni italiani e sono indagati a Torino, Roma, Livorno, Quarto, Parma, Bagheria, Pomezia, Assemini, ecc. Non ci vuole la laurea per capire che in un quarto dei comuni dove hanno vinto hanno problemi con la magistratura.

Detengono anche un record assoluto per un partito o movimento che dir si voglia, sempre a Genova, patria di Beppe Grillo. Appena apparsi sulla scena politica dopo pochi messi venne arrestata una loro consigliera comunale, Diletta Botta. Era una spacciatrice, il suo locale definito dagli inquirenti “un bazar delle droghe”.

Vogliamo parlare della politica a costo zero? Un altro cavallo di battaglia grillino. Ricorderete Beppe Grillo, quando garantiva ai suoi elettori che i parlamentari, pardon, portavoce dei cittadini non avrebbero guadagnato più di 5.000 euro lordi, restituendo tutto il resto. Era il 24 Novembre del 2012.

Ora se avete creduto sia alla balla dei 42 milioni che a quella dell’onestà, molto probabilmente sarete anche convinti che i parlamentari del M5S guadagnino 5.000 euro lordi. Niente di più falso, andiamo a vedere quanto guadagnano alcuni di loro.

Prendendone uno a caso, Alessandro Di Battista, a febbraio di quest’anno ha restituito ben 2.058. Bene direte voi, benissimo se non ci avessero preso in giro con la balla che avrebbero guadagnato 5.000 euro lordi perché in quello stesso mese si è trattenuto 3.187 euro ma ha anche preso 6287 euro di rimborsi, quindi se la matematica non è un’opinione si è messo in tasca 9.474 euro e non 5.000 euro lordi. Sarà un caso direte voi, non siamo tutti eguali e infatti c’è di meglio.

L’oscuro deputato Emanuele Cozzolino, sempre nello stesso mese si è portato a casa oltre a 3330 euro di indennità anche 11.209 euro di rimborsi che fanno in totale 14539 euro e cosi via dicendo. Se vi può interessare così solo per curiosità perché i rendiconti sono vaghi e per i rimborsi basta scrivere una cosa qualsiasi, un altro oscuro rappresentante a 5 stelle, Sergio Puglia, dichiara di spendere per l’affitto dell’appartamento romano 2.709 euro al mese, mentre il senatore Giarrusso in un solo mese si è mangiato al ristorante ben 1019 euro degli oltre 9.000 ottenuto solo come rimborso.

Ognuno di voi ha sicuramente un abbonamento telefonico di quelli tutto compreso che potete anche parlare per 24 ore di seguito con il vostro migliore amico spendendo al massimo 20 euro al mese. Ebbene, forse vi sorprenderà, ma la grillina Arianna Spessotto è riuscita a farsi rimborsare dai contribuenti ben 1708 euro di telefonate.

Insomma anche qui una colossale balla raccontata ai propri elettori. Altro che politica a costo zero, altro che guadagnare 5.000 lordi al mese.

 

MICROCREDITO: CHE BELLA INVENZIONE!

Però i grillini hanno inventato il Microcredito dove versano parte del loro stipendio per aiutare le piccole imprese. So di deludervi ma non è vero nemmeno questo. Intanto il Microcredito è istituito con decreto legislativo 141 nel 2010 quando i grillini ancora non c’erano, mentre il fondo dove i grillini versano è invece il Fondo di Garanzia istituito dal governo Prodi nel 1996 ed è operativo dal 2000. A questo fondo lo Stato Italiano contribuisce con 13 miliardi di euro ogni anno mentre i grillini ci versano appena 10 milioni che, sempre se la matematica non è un’opinione corrisponde allo 0.076%.

Ma vogliamo vedere chi davvero sono i beneficiari dei soldi versati dai parlamentari del Movimento 5 Stelle al Fondo di Garanzia per le PMI? Una domanda alla quale dà risposta Caris Vanghetti, giornalista di Panorama. Che, in un articolo uscito oggi sul settimanale, scrive: "Sei aziende destinatarie di quegli aiuti gravitano proprio nel campo del Movimento. Alla faccia della conclamata trasparenza. E del conflitto d'interessi".

"Alcune aziende vicine al mondo grillino - continua Vanghetti - hanno usufruito del Fondo alimentato anche dai parlamentari del Movimento 5 stelle con una quota del loro stipendio. Insomma, siamo davanti a quello che i censori pentastellati definiscono un bel conflitto d'interessi e non proprio un esempio di trasparenza. I soldi versati dai parlamentari al Fondo sono andati ad aziende partecipate da persone che sedevano con Grillo e Casaleggio nel Think Tank Group della Confapri, una conferenza permanente di esperti delle attività produttive".

 

IL FASCIMO DEI GRILLINI

Sorvolo sull’atteggiamento da ducetto pazzo di Grillo perché non voglio dire la mia opinione ma parlare di “fatti”, a luglio scorso i Cinque Stelle, bocciano la proposta di legge che introduce il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. Molti degli iscritti al movimento in quella occasione gridarono allo scandalo ma noi no. Non ci siamo meravigliati più di tanto. 

La storia delle affinità elettive tra il MoVimento di Beppe Grillo e la destra, anche estrema, non la conosce solo chi non vuole conoscerla. Nel 2013 quando si presentarono le liste per le politiche, Beppe Grillo conversò amabilmente delle comuni visioni politiche con Simone Di Stefano di Casapound. In quell’occasione Grillo disse «l’antifascismo è un problema che non mi compete». Anzi, Grillo faceva addirittura campagna acquisti tra le fila di CasaPound dicendo che “I ragazzi di Casapound sono i benvenuti nel M5S”. Anzi, se si legge il programma MoVimento e fascisti del terzo millennio non possono non essere d’accordo sui concetti. Cortesia ricambiata da Di Stefano che qualche settimana fa ha detto che gli farebbe piacere avere Di Battista in CasaPound perché “ha un animo da camerata”.  Nel 2011 il primo tentativo di avvicinamento allorquando i consiglieri comunali del M5S di Bolzano uscirono dall’aula per solidarietà con CasaPound. 

Più di recente Luigi Di Maio (il cui padre Antonio non ha mai nascosto di essere di centrodestra) ha annoverato tra i padri nobili del MoVimento anche Giorgio Almirante. Delle simpatie fasciste di Vittorio Di Battista, padre dei Alessandro, invece si sa molto di più. E dopo la decisione del M5S di non votare la legge sullo Ius Soli (pur avendone presentata una identica nel 2013) la vicinanza tra i populismi del MoVimento e quelli di Lega e CasaPound si è fatta più stretta. Del resto come non ricordare che il 5 Stelle non ha nemmeno votato la legge sulle Unioni Civili?

 

LA RIABILITAZIONE DI MUSSOLINI DA PARTE DI GRILLO

Sempre nel 2014 Grillo pubblicò (ed è ancora sul Blog) un lungo scritto nel quale sostanzialmente si spiega che Mussolini ha ucciso Matteotti a sua insaputa. Non mancano sul blog riferimenti a temi cari a CasaPound e Forza Nuova come ad esempio la fregnaccia sugli immigrati che portano le malattie in Italia. E Grillo, ricordiamocelo, è sempre quello che non voleva l’abolizione del reato di clandestinità. Quella volta sul blog però fu messo in minoranza dopo una votazione online. Non accadrà più. Si veda per esempio la scelta del candidato per le amministrative genovesi dove Grillo ha applicato il “metodo Genova” ovvero “Decido io per tutti”.

LA “SCIENZA” E LA COERENZA DEI GRILLINI

Anche qui la saccenteria e l’ignoranza dei grillini la fanno da padrona. Prendiamo la questione vaccini obbligatori. Si riesce a capire la posizione dei grilletti? Nel 1998 nel corso dello spettacolo Apocalisse Morbida, show che ancora si trova in rete, Grillo sosteneva l'inutilità di vaccinarsi.

Nel 2007 sempre Grillo affermava che “Un bambino su 150 soffre di autismo. Venti anni fa solo uno su 2.000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all’inquinamento ambientale, alimentare e da vaccini e farmaci”. 

Il 27 ottobre 2015 nel Blog M5S Europa si legge nel “Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin… sta varando un nuovo Piano di Vaccinazione Nazionale che sembra non tener assolutamente conto di tutte queste valutazioni perché, ad esempio, non rimuove l’obbligatorietà e mira a incrementare la copertura vaccinale anche dove non è assolutamente giustificata. Una vaccinazione di massa obbligatoria è un regalo alle multinazionali farmaceutiche ed è quanto di più lontano ci possa essere da un approccio appropriato. L’appropriatezza in medicina vuol dire ‘fare esattamente ciò che serve’, evitando di fare ciò che è superfluo. Tra vaccinare tutti e non vaccinare nessuno, c'è una via di mezzo molto più appropriata, e cioè vaccinare di meno e vaccinare meglio!”.

Il 21 aprile 2017 sul suo Blog Grillo scrive: “Dire che il MoVimento 5 Stelle è ‘contro i vaccini’ è una sciocchezza”!

Che dire? Se, come disse Francis Bacon, davvero la coerenza è il fondamento della virtù, bisogna ammettere che il Grillo nazionale e i suoi accoliti di virtuoso hanno ben poco.

 

LA DEMOCRAZIA FARLOCCA DEI 5 STELLE

Forse tutto questo la dice lunga su come l’imbonitore, e soprattutto il manipolatore, Grillo si muova solo a uso e consumo dei suoi interessi. Lui è un imbonitore, un venditore di fumo alla Vanna Marchi. Fa e dice non ciò che ritiene giusto sia fatto o detto, ma ciò che vuole la massa. Raccoglie gli umori della platea e li cavalca. Ha fatto milioni a palate intercettando i malumori e mettendoli a frutto. Operazione geniale, non c’è che dire. Ma che cosa ha a che vedere questo con gli interessi della nazione? Si è circondato di un manipolo di frustrati potenzialmente falliti, venditori di noccioline, bamboccioni inutili, loschi figuri e oche starnazzanti, che credendoci fino alla spasimo, e inseguito a tutti i costi, la speranza di conquistare un posto al sole, senza la necessità di “guadagnarsi” un voto, nemmeno quello della loro madre. Ed ecco che ci siamo ritrovati con parlamentari eletti senza voto. Di Maio nel 2010 si candida come consigliere comunale del suo comune e ottiene 59 preferenze, senza risultare eletto ma nelle cosiddette "elezioni parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, candidato on line finisce alla Camera dei deputati con 189 preferenze.  E vogliamo parlare del Senatore Morra che in Calabria è stato eletto con 40 voti? C’è da chiedersi chi mai possono rappresentare queste persone. Qual è democrazia permette a chi non rappresenta nessuno di governare tutti? E chi può sentirsi rappresentato da un Morra con i suoi miseri 40 voti? Nemmeno il suo condominio. “Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti”, questo significa democrazia. E dove sta nella prassi messa in piedi dai 5 Stelle il “liberalmente eletti”? E quei 4 smanettoni che sono in rete si possono definire “popolo”?

La verità è che Grillo ha messo su un’associazione pro domo sua che da un lato gli ha fatto guadagnare milioni, e dall’altra ha inculcato nella mente di una pletora di nullafacenti e “nullasapenti” che basta sbraitare, essere volgari, puntare l’indice contro tutto e tutti, prendere 10 voti in rete per sedersi sugli scranni del Parlamento e rubare milioni di euro di stipendi. Lo studio, la laurea? Inutili. Questi sacrifici facciamoli fare a noi ragazzi costretti poi scappare all’estero per guadagnare qualcosa. 

Ora si leverà un coro. Ma gli altri? Gli altri che fanno? Gli altri faranno anche schifo ma non in questa percentuale. Non fosse altro per il poco tempo che ci hanno messo i grillini a “superare” i maestri. 

“Ci accusate dei rimborsi non fatti, ma almeno noi li facciamo”. Scusate, ma gli altri hanno mai promesso di restituire i soldi? No. Anche perché se tutti “rimborsano”, non si capisce perché dovrebbero “prendere”. Non sarebbe meglio decurtare a monte? Che senso ha percepire mille per rimborsare 500. Si erogano direttamente 500 e così si toglie pure la possibilità ai furbi di cavalcare un cavallo farlocco. 

E poi basta con questa storia degli altri. Falsificano i bonifici e ci sentiamo dire: “sarà un boomerang, la gente ci voterà di più perché questo è un attacco mediatico”. Ma è falso che hanno imbrogliato o ce lo siamo inventato? Hanno imparato bene da Berlusconi che si è macchiato dei peggiori reati ma la colpa non era sua, era dei giornali comunisti e dei magistrati venduti. Riconosciamo ai grillini che imparano in fretta...il marcio.

Ogni volta che si macchiano di un reato non sono mai loro che sbagliano ma gli altri che fanno peggio. Rispondessero mai a una domanda senza dire “il PD”, “la destra”. Alla domanda “Voi che farete?”, la risposta è sempre “Loro hanno fatto”. “Sono stati accusati per truffa”, “Si però il PD”. Mai una volta ammettono che anche fra di loro c’è il marcio. Mai una volta hanno sbagliato. Sono nudi e puri e poi si macchiano dei reati più esecrabili. 

Ma il delitto peggiore di cui si sono macchiati è quello di aver utilizzato e sfruttato a proprio uso e consumo la sofferenza di molta gente.  Le emozioni spesso offuscano la capacità di giudizio degli esseri umani, rendendo difficile vedere la realtà nascosta dietro i secondi fini in diverse forme di comportamento. Le modalità di controllo collegate alla manipolazione talvolta non sono molto ovvie e possono sfuggire, sepolte dal senso di frustrazione e di voglia di riscatto. Ma questa non è politica. Questa è utilizzo improprio di persone esasperate dal bisogno. Una pratica indegna e disumana fa del M5S una cupola sotto la quale si sono dati appuntamento i peggiori nazi-schiavisti del terzo millennio.

 

#EleonoraGitto

 

(Fonti varie)

Commenti: 2
  • #2

    Eleonora Gitto (mercoledì, 12 giugno 2019 11:21)

    La sua violenza verbale, tipica dei grillini, non mi sorprende. Per sua informazione i dati riportati sono stati presi dal sito del governo e dai siti dei grilletti stessi. Come già specificato. Perciò, se sono cavolate, le hanno scritte loro. La sottoscritta ha riportato soloi dati. Ma che a man bassa stanno facendo incetta di rimborsi anche oggi, è su tutti i giornali. Perciò, non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Servo di 4 ignoranti che urlano e stanno portando l'Italia sotto il baratro, è lei, comunque e in ogni caso. non la saluto, ho qualche problema a rapportarmi con i cafoni.

  • #1

    Pietro (giovedì, 30 maggio 2019 22:19)

    tutte queste accuse riportate da una massa di servi di mafia , sono cazzate e non veritiere Pizzarotti non é del M5 S p.e. e tanti altri cacciati per le spese pazze, e con tutto ció reati di evasione e frode fiscali in miliardi perpetrati dalla sinistra destra e loro soci in reati mancano affinché potreste dare di ladri ai 5 Stelle. tutto potete ma non indicarli come delinquenti habitué del ramo fam.berlusca e famiglia Renzi.