CHI SONO

CHI SONO E PERCHÈ SCRIVO

 

Ogni volta che ci si imbatte nel "chi sono" della pagina web di un giornalista o di uno scrittore, l’incipit è quasi sempre lo stesso "Ho sempre avuto la passione per la scrittura…”. Personalmente non so se si scrive per "passione" (e se si considera che questa parola deriva da un verbo latino che significa 'patire, soffrire', auspicherei proprio di no), so invece che scrivere non è una cosa semplice. Non è mai facile trovare le parole giuste per comunicare, per esempio, le emozioni (non a caso, sovente è necessario ricorrere alle poetiche immagini metaforiche). Così come non è da tutti scrivere testi che siano, al contempo, tecnicamente corretti ed emozionalmente coinvolgenti.

 

Certo oggi sui media e, soprattutto, sui social media, scrivono tutti. Il “copia incolla” imperversa, le citazioni dilagano, gli strafalcioni tracimano. Tutti “scrittori”, o meglio “scriventi” e nessuno o pochi, anzi pochissimi, lettori.

 

Perciò, guardandomi intorno, con quel pizzico di sano sentimento di autostima che negli anni ho imparato a coltivare, me la faccio anch'io la fatidica domanda "ma perché scrivo anch’io". La risposta è: non lo so. O meglio, non so quale delle tante risposte che mi do, possa corrispondere di più al vero. Per diletto; per narcisismo; per esorcizzare malesseri vari; per condividere emozioni belle o brutte che siano? Non saprei. Forse per tutti o per nessuno di questi motivi. Di sicuro lo faccio per vivere, visto che scrivere è anche, e soprattutto, il mio lavoro.  

 

Ogni tanto però, giusto per darmi l'aria da intellettuale, mi piace rifarmi al grande Italo Calvino il quale, alla domanda "perché lei scrive" diede una risposta geniale: "Scrivo perché non ero dotato per il commercio, non ero dotato per lo sport, non ero dotato per tante altre, ero un poco…, per usare una fase famosa [di Sartre], l’idiota della famiglia… In genere chi scrive è uno che, tra le tante cose che tenta di fare, vede che stare a tavolino e buttar fuori della roba che esce dalla sua testa e dalla sua penna è un modo per realizzarsi e per comunicare…”.

 

Ecco, io potrei fare mie le parole dell’ultimo paragrafo perché anche a me capita di sedermi a un tavolo (che sia una scrivania da studio, un tavolo da soggiorno oppure una penisola da cucina, non ha importanza) per cercare di "di buttar fuori ciò che esce dalla mia testa" e dalla mia tastiera: per cercare di comunicare. Perché non so se ho la passione di scrivere, di sicuro so che ho un bisogno irrefrenabile di comunicare. Che cosa? Ciò che vedo, ciò che sento, ciò che immagino, ciò che penso, ciò imparo da chi ne sa più di me e, vi assicuro, che sono tanti.

 

Questo è tutto. Se siete arrivati fin qui vi ringrazio e vi auguro buona lettura. Ovviamente se vi va di chiacchierare, lasciare commenti, dire la vostra, dissentire o complimentarvi, fatelo pure. Sono a vostra disposizione anche se volete fare pubblicità a voi stessi, a qualcuno oppure a qualcosa. Questa mia pagina è anche la vostra. Comunicate, comunichiamo.

 

Eleonora Gitto

Giornalista - Webmaster...un po' poetessa e un po' scrittrice.

La mia storia

Giornalista-Webmaster, Blogger e Social Media Manager, ho lavorato come Consulente Tecnico ambientale e Addetto Stampa presso il Consiglio Regionale della Campania. Già Presidente della società di comunicazione “Comunicazione e Territori Scarl”, oggi mi occupo di progetti di comunicazione globale. Attualmente mi occupo del marketing pubblicitario di alcune aziende rigorosamente biologiche, e seguo il lancio di opere di scrittori, esordienti oppure già noti. Ho anche pubblicato alcuni miei libri (racconti, poesie, favole e inchieste) per i quali qualcuno ha pure osato conferirmi qualche premio letterario (che mi riservo di elencare in seguito).


La mia missione

“Posso dire che scrivo per comunicare perché la scrittura è il modo in cui riesco a far passare delle cose attraverso di me, delle cose che magari vengono a me dalla cultura che mi circonda, dalla vita, dall’esperienza, dalla letteratura che mi ha preceduto, a cui do quel tanto di personale che hanno tutte le esperienze che passano attraverso una persona umana e poi tornano in circolazione. È per questo che scrivo. Per farmi strumento di qualcosa che è certamente più grande di me e che è il modo in cui gli uomini guardano, commentano, giudicano, esprimono il mondo: farlo passare attraverso di me e rimetterlo in circolazione. Questo è uno dei tanti modi con cui una civiltà, una cultura, una società vive assimilando esperienze e rimettendole in circolazione “. Italo Calvino (1983).