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METROPOLIS, IL NUOVO DISCO DI GIANLUCA LALLI, UN ARTISTA DI CLASSE

“Metropolis” è il titolo dell’ultimo lavoro di Gianluca Lalli, il vulcanico e poliedrico cantautore/musicista che non smette mai di sorprendere. 

 

Gianluca Lalli è un artista di classe per due motivi: il primo perché è uno scrittore raffinato e un musicista di grande sensibilità; il secondo perché usa la sua arte per denunciare le storture di una società malata.

 

Raccontare Gianluca in poche righe è impresa davvero ardua. Così come è praticamente impossibile racchiude un artista di questo calibro, davvero “fuori luogo” e “fuori tempo”, in una definizione.

 

#Gianluca Lalli è uno scrittore? Certo. È un poeta? Sicuro, ed è anche uno dei più sottili e ricercati poeti "veri" dei nostri tempi. È un musicista? Decisamente sì. È un rivoluzionario? Senza dubbio. Ma Lalli è anche un menestrello di altri tempi, un surrealista contemporaneo, un novello San Francesco capace di dare voce e anima agli animali. E proprio come fa il nobile Lupo, che più di una volta vuole come protagonista delle sue canzoni, il cantautore invita, e insegna, a rispettare le nostre emozioni e i nostri bisogni subconsci. Il rispetto della vita e della nostra natura animale (base istintiva in cui si annidano le forze dell’impulso e della passionalità), e la volontà di fronteggiare le ombre dentro di noi, sembrano essere un imperativo per Gianluca che si serve della forza della sua voce e del linguaggio della musica per trasformarsi in un eccellente cantastorie. Ma le sue “storie cantate” non parlano di cavalieri impavidi che immolano draghi ed espugnano fortezze per compiacere dame bardate di ori e broccato, non denunciano mali immaginari, non ignorano le vere cause dell’infelicità umana ossia il terrore, la solitudine, la povertà, la guerra, il crimine, l’ignoranza. 

 

Il nostro menestrello del terzo millennio non si piega alle logiche di un mercato che fagocita gli artisti sottomettendoli al volere dei media. Lalli ha rispetto di se stesso, della sua arte e, soprattutto, del suo prossimo perciò sceglie. Sceglie di cantare l’esistenza che per lui non è mai effimera. Sceglie di esprimere sentimenti positivi in favore di quegli ideali ormai troppo sopiti. Sceglie di essere libero. Sceglie la sperimentazione. Sceglie l’erta più invalicabile. Sceglie con la consapevolezza che soffrirà la mancanza di comprensione e la frustrazione di arrivare a pochi come è successo al grande Maestro che ha scelto come mentore: #ClaudioLolli. Ma un “Lupo” ama le sfide, ed è per questo che Gianluca Lalli sceglie la cultura. Sceglie il pensiero. Quel pensiero che spazia nell’universo perché non ha luogo e non ha tempo. In una parola: sceglie la “UCRONIUTOPIA”. Ed è così che chiama il suo gruppo. 

 

Per tutto quanto detto, siamo certi che chiunque apprezzi le suggestioni di chansonnier francesi come Brassens  e Leo Ferrè; chiunque abbia amato De Andrè, Guccini, Rino Gaetano; chiunque sia cresciuto a pane e Cecco Angiolieri; Charles Baudelaire, Lautréamont, Guy de Maupassant;  chiunque apprezzi la musica, non può esimersi dal raccogliere la proposta di questo intelligente cantautore, dal subire l’influenza e la forza della sua voce e della suo suono frutto di un blend pressoché unico di blues+pop+soul+folk+rock, con occasionali striature progressive.

 

Il primo ottobre è uscito l’ultimo lavoro di Lalli: Metropolis.  Per chi conosce bene questo cantautore, questo suo ultimo lavoro potrebbe essere una sorpresa. Una piacevole sorpresa. Perché per la prima volta Lalli mette insieme brani sentimentali e canzoni di protesta. Dolci, quasi soavi, nella musica e nei testi i primi fra i quali ricordiamo la canzone “Il Potere dell’amore” dedicato alle vittime, come lui stesso, del terribile terremoto che ha colpito le Marche, sua terra di origine. Crudi e realistici i secondi. Fra questi ultimi due ballate che richiamano le favole di Esopo e in una (L’uomo, la pecora e il lupo), torna a farla da padrone il Lupo. E fra girandole di parole, suoni rubati, metabolizzati, personalizzati e rivalutati, ecco che la melodia di Gianluca diventa  irresistibile. Difficile trovare tanta esperienza e tanto sapere in uno che è nato solo il 1976. Tecnicamente sempre impeccabile, timbricamente intenso e coinvolgente, Gianluca si ascolta e si ama. 

 

A chi non vuole perdersi l’occasione di ascoltare live il cantautore marchigiano, ricordiamo che nel mese di marzo 2018 Gianluca Lalli sbarcherà con il suo tour nel Sud Italia con tappe in Calabria, Puglia e Sicilia.

 

Metropolis è distribuito in digitale dagli store di musica Spotify, Amazon, E -music e altri.

 

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Eleonora Gitto

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Commenti: 1
  • #1

    Graziella Sodano (sabato, 29 dicembre 2018 03:46)

    Gianluca Lalli e'l'archetipico dogma del cantautorato italiano...la sua ipersensibilita'permea l'evanescenza delle cose...amo il suo fuoco,la sua passione,la sua utopia...la sua santa anarchia...