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COSTITUZIONE ITALIANA, LA PIÙ BELLA DEL MONDO

"La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile: l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità". Questo disse il politico e accademico italiano Piero Calamandrei riferendosi alla nostra Carta Costituzionale, una 70enne evergreen di grande fascino. Non a caso la nostra Costituzione, approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre del 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948, è considerata "la più bella del mondo".

 

C'è modo e modo di parlare della nostra Carta Costituzionale ma il 13 novembre 2018, in quel gremito Teatro Sybaris di Castrovillari, lo si è fatto in maniera irrituale e perciò più diretta, meno mediata. 

 

Nonostante gli oratori fossero tutti quanti insigni giuristi e operatori del diritto, come il Presidente della Corte di Cassazione Giorgio Lattanzi, quello che colpiva di più era che la Costituzione veniva trattata come materia vivente: viva, e non solo per la sua attualità. Ma sopratutto perché scritta non con l'inchiostro nero, ma in qualche maniera col rosso del sangue; e il sangue non è altro che vita. Come se quelle norme fossero state scritte con i caratteri del dolore, della sofferenza, dell'intelligenza, della capacità di mediazione e della voglia di ricostruire di un popolo intero. In realtà non sappiamo se la Costituzione italiana sia “la più bella del mondo”, per la semplice ragione che non conosciamo le altre e, anche se le conoscessimo, probabilmente non avremmo sufficienti strumenti valutativi per compararle. Ma sappiamo che è il prodotto magnifico di menti magnifiche, tenaci, come quello stesso pezzo di carta; persone dotate di un senso del bene comune e dello Stato che oggi è di molto affievolito; persone dotate di preparazione e di volontà, quasi tutte aliene dall'apparire, concentrate sull'essere, sul risultato. Persone capaci di mediare in una sintesi sublime quanto di meglio potevano esprimere diverse correnti di pensiero e ideologie. Questo spirito, chiaro, netto, si proiettava per la sala del teatro a riempire ogni metro cubo di aria.

E un'altra idea veniva in mente. Quelle parole non sono state scritte per le donne, per gli uomini, per i figli, per i parenti, per i cittadini: sono state scritte per il futuro. I padri costituenti pensavano al futuro, vale a dire un modo di essere e di stare al mondo nella pace, nella fratellanza, nella “non indifferenza”. Un’umanità umana, non solo intesa aridamente come collettività.

 

Il Presidente di Sezione Emerito della Suprema Corte di Cassazione, nonché Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano All'Ionio, Francesco Marzano, nel suo intervento al convegno, è riuscito a innervare la sua scienza, la sua innegabile erudizione, con la linfa dell'umanità, con quel sangue. E la gente presente l'ha capito: nessuno era alieno dalla comprensione di quel forte messaggio di vita. 

 

Costituzione, quindi, vuol dire anche vicinanza dello Stato ai cittadini, nella coscienza che i cittadini sono lo Stato; non uno Stato etico, come qualcuno anche in tempi recenti preconizza, ma uno Stato di “prossimità”. La realizzazione, fortemente voluta dall'attuale Amministrazione straordinaria del Comune di Cassano All'Ionio, dello sportello antiusura e antiestorsione, qui e in ogni altra realtà, è proiezione concreta, una delle molteplici, infinite appendici della nostra Carta. Vuol dire che lo Stato, e quindi la collettività, prova a essere vicino in maniera fattuale a coloro che sono stati vittime di un'ingiustizia profonda, l'usura e l'estorsione; quasi sempre per motivi di grande difficoltà.

 

In questo senso, anche in questo senso, la nostra Carta è sangue; perché ove c’è sangue c’è vita. A nostro modesto parere, questa ci è sembrata la lezione più importante del Presidente Marzano e degli altri relatori che, con profonda coscienza e altrettanta umiltà ci hanno ricordato per l’ennesima volta (ma non si deve mai smettere di farlo) che quelle norme scritte con quel liquido rosso, non hanno tempo né nazionalità; sono così astratte, cosi rarefatte, che non possono non avere che un unico obiettivo. L'uomo. Non a caso lo stesso articolo 2 della Carta, per marcare l'universalità dei principi in essa contenuti, non parla di cittadini, di sesso, di nazionalità, bensì esordisce: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo.

 

In questo senso sì, la nostra Carta Costituzionale è sicuramente la più bella del mondo.

 

Eleonora Gitto

Giornalista - Webmaster

e-mail: gitto.eleonora@gmail.com

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